COS’É ll MAB UNESCO?
Il Programma “L’uomo e la biosfera”, Man and the Biosphere-MAB è un programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.
Il Programma mira a migliorare le relazioni tra le persone e l’ambiente in cui vivono e a tale scopo utilizza le scienze naturali e sociali, l’economia e l’educazione per migliorare la vita delle persone e l’equa distribuzione dei benefici e per proteggere gli ecosistemi naturali, promuovendo approcci innovativi allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Il programma ha come obiettivo primario l’uso e la condivisione razionale e sostenibile delle risorse della biosfera. A tale scopo tende ad aumentare l’abilità delle persone di gestire in modo efficiente le risorse naturali, per il benessere degli esseri umani e dell’ambiente,
In questo contesto il Programma intende:
– identificare i cambiamenti della biosfera derivanti dalle attività umane e naturali e i conseguenti effetti sulle persone e sull’ambiente, in particolare nell’ambito del cambiamento climatico;
– studiare le interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici, in particolare in un contesto di rapida perdita di diversità biologica e culturale;
– assicurare il benessere dell’uomo e un ambiente vivibile in un contesto in cui la rapida urbanizzazione e il consumo di energia sono portatori di cambiamento ambientale;
– promuovere lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni ambientali e rafforzare l’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile.
Il Programma MAB include al suo interno le Riserve della Biosfera, che comprendono ecosistemi terrestri, marini/costieri o una combinazione degli stessi. Le Riserve promuovono attività di cooperazione scientifica, ricerca interdisciplinare e sostenibilità ambientale nel pieno coinvolgimento delle comunità locali, pertanto rappresentano esempi di best practice nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della interazione tra sistema sociale e sistema ecologico.
Il Network mondiale delle Riserve della Biosfera comprende attualmente 738 Riserve della Biosfera , di cui 20 in Italia:
- Collemeluccio-Montedimezzo (Molise)
- Circeo (Lazio)
- Miramare (Friuli Venezia Giulia)
- Cilento e Vallo di Diano (Campania)
- Somma-Vesuvio e Miglio d’Oro (Campania)
- Ticino, Val Grande Verbano (Lombardia/Piemonte)
- Isole di Toscana (Toscana)
- Selve costiere di Toscana (Toscana)
- Monviso (Piemonte)
- Sila (Calabria)
- Appennino Tosco-Emiliano (Toscana – Emilia – Liguria)
- Alpi Ledrensi e Judicaria (Trentino-Alto Adige)
- Delta del Po (Emilia Romagna – Veneto)
- Collina Po (Piemonte)
- Tepilora, Rio Posada e Montalbo (Sardegna)
- Valle Camonica-Alto Sebino (2018)
- Monte Peglia (2018)
- Po Grande (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto)
- Alpi Giulie 2019
- Monte Grappa 2021
MAB UNESCO IN EMILIA ROMAGNA
In Emilia Romagna nella Rete delle riserve Del MAB UNESCO fanno parte 3 aree che sono:
APPENNINO TOSCO-EMILIANO
L’Appennino Tosco-Emiliano,entrato nelle Rete delle riserve ‘Uomo e Biosfera’ MaB UNESCO nel 2015, si trova sulla dorsale appenninica dal Passo della Cisa al Passo delle Forbici, nel territorio tra Reggio Emilia e Massa Carrara, e rappresenta il confine geografico e climatico tra Europa continentale ed Europa mediterranea. Nel 2021 il territorio della Riserva è stato ampliato arrivando ad includere anche una porzione della regione Liguria.
L’area riconosciuta Riserva di Biosfera MaB UNESCO è l’unica dell’intera catena appenninica ad essere caratterizzata dal confine climatico euro-mediterraneo. Queste peculiarità hanno generato rapporti unici tra flora, fauna e uomo, che nei millenni hanno plasmato il paesaggio e favorito la genesi di alcuni dei prodotti agroalimentari più famosi al mondo.
Il territorio della Riserva è molto vario in quanto comprende la Garfagnana e la Lunigiana, che si trovano poco sopra il livello del mare, ma anche vette come il Monte Cusna (2120 s.l.m.) e il Monte Cimone (2165 s.l.m.) ed è coperto principalmente da boschi (faggete, querceti e castagneti), coltivazioni (foraggere, uliveti, vigneti, cerealicole) e pascoli, con numerosi allevamenti zootecnici. Nel territorio vengono prodotti alcuni alimenti di alta qualità tra i quali, per citare quelli conosciuti a livello internazionale, il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma.
Nella Riserva è presente oltre il 70% della biodiversità italiana, con alcune emergenze quali la primula appenninica, il lupo, l’aquila reale. Sono presenti oltre 2000 specie, di cui 122, tra uccelli, anfibi, rettili, mammiferi, pesci ed invertebrati, di interesse conservazionistico.
La Riserva si estende nel territorio di 80 comuni dell’Appennino tra Emilia – Romagna, Toscana e Liguria (nelle province di Modena, Parma, Reggio Emilia, Spezia e Massa Carrara), dove vivono complessivamente circa 380.000 abitanti, e contiene fortezze ed edifici storici, pievi, siti geologici, vie storiche, laghi glaciali, la primordiale vallata del Secchia nei Gessi Triassici, la Pania di Corfino. Per usufruire di un territorio così ricco sono presenti parchi avventura e una fitta e ben segnalata rete sentieristica, oltre che un sito web ben strutturato.
DELTA DEL PO
Il Delta del Po è l’unico delta esistente in Italia e una delle più grandi riserve nazionale di zone umide con sbocco a mare privo di sbarramenti.
La Riserva di Biosfera, riconosciuta ufficialmente nel 2015, copre sostanzialmente tutto il territorio del delta e appartiene a 16 comuni, dei quali 9 in Veneto (Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Adria, Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Papozze, Corbola, Loreo), e 7 in Emilia-Romagna (Argenta; Codigoro; Comacchio; Mesola; Ostellato; Portomaggiore; Goro), con una popolazione complessiva di circa 120.000 abitanti.
L’attuale assetto del Delta del Po, con il più lungo tratto di litorale sabbioso non antropizzato d’Italia, è il prodotto dell’azione del fiume, che nel corso dei secoli ha progressivamente sedimentato i propri depositi alluvionali presso la foce, determinando il progressivo avanzamento della linea di costa.
L’opera dell’uomo nel tempo ha regimato le acque e bonificato i terreni ma ha provveduto anche alla conservazione di vaste zone umide, come le valli salmastre, e tuttora garantisce la buona conservazione delle lagune con sbocco diretto a mare.
La Riserva ricade nella zona biogeografica continentale ed è costituita da un insieme fluviale caratterizzato da un tratto di fiume di rilevanti dimensioni e portata, con sistema deltizio, sistemi dunali costieri, zone umide vallive (molto estese e principalmente salmastre), formazioni sabbiose (scanni) e isole fluviali con golene e lanche.
La parte valliva è contraddistinta dalla presenza di un complesso sistema di canneti, barene, canali e paludi utilizzate prevalentemente per l’allevamento del pesce. Gli ecosistemi sono conservati grazie alle caratteristiche degli ambienti e alle leggi regionali e nazionali che pongono al primo posto la conservazione dell’integrità ecologica, dei sistemi naturali e delle specie.
Le attività umane sono presenti secondo un’intensità decrescente da monte a valle, tanto che a monte si trova anche una maggiore concentrazione di insediamenti urbani medio piccoli, che divengo più rarefatti verso il delta. L’agricoltura è l’attività principale, favorita dalle bonifiche del secolo scorso, ma anche le zone umide sono ancora oggetto di attività umane quali la pesca tradizionale, la molluschicoltura praticata nelle lagune, la vallicoltura estensiva, che è un elemento della cultura locale che sfrutta i cicli di migrazione delle specie ittiche tra il mare e le acque di transizione.
La Riserva del Delta del Po include il sito UNESCO “Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po” e tre zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar: la Valle di Gorino e territori limitrofi, la Valle Bertuzzi e specchi d’acqua limitrofi e le Valli residue del comprensorio di Comacchio. Inoltre, nel territorio si trovano numerose testimonianze storiche e culturali di notevole interesse e alcune ville veneziane del 17° secolo.
PO GRANDE
La Riserva della Biosfera del Po Grande si trova nel tratto centrale del Fiume Po, in un bacino che è stato significativamente influenzato dalle attività dell’uomo. Comprende 13 habitat di interesse comunitario e si estende nell’area di 85 comuni e 3 regioni (Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia).
Il Po è il fiume più lungo e con la più alta portata d’acqua in Italia e uno dei maggiori in Europa. La Riserva del Po Grande si aggiunge alle altre due Riserve MAB presenti sul corso del Fiume Po, Delta del Po (2015) e Collina Po (2016), di recente designate. Copre una superficie complessiva di 2.866 km2 con una popolazione di 541.047 abitanti (dati INSTAT anno 2011).
L’ecosistema fluviale del Po può essere definito un mosaico di sistemi ecologici come il letto del fiume e i suoi rami, le zone umide marginali e i laghi di Oxbow, le isole fluviali, le foreste ripariali, i prati igrofili, i territori agrari e di bonifica del suolo.
Per quanto concerne la biodiversità, il tratto centrale del Fiume Po comprende 25 siti della Rete Natura 2000 – principale rete ecologica in seno alla politica europea per la conservazione della biodiversità, gli habitat naturali, le specie di flora e fauna – che includono le principali aree naturali e seminaturali, nonché i diversi tipi di habitat della Valle del Po Centrale. L’area è dominata dalle specie arboree del salice, principalmente bianco e il pioppo , prevalentemente bianco , ma anche nero e ibrido, ottenuto da specie di origine nordamericana. Si tratta di specie eliofile colonizzatrici, in grado di crescere, anche in massa, sugli accumuli sabbiosi di nuova formazione dando origine a nuovi alvei, ma destinate nel tempo ad essere sostituite da formazioni forestali più stabili, come querce-olmi, dove l’accumulo sabbioso si sta stabilizzando da molti decenni. Nelle aree di pianura alluvionale i boschi di pioppo si alternano ad ampi spazi aperti dedicati alla coltivazione di cereali e foraggi. Grazie alle recenti normative europee a favore dello sviluppo delle colture biologiche, le aree fluviali sono coltivate, sempre più frequentemente, con tecniche che possono essere considerate sostenibili. Il paesaggio fluviale all’interno della riserva è caratterizzato da boschi e radure, ruscelli, stagni e zone umide di notevole bellezza naturale. Argini e sentieri collegano i centri urbani, che testimoniano un passato ricco e tipico del paesaggio fluviale. Il turismo locale e le attività ricreative, sono promosse in collegamento alle specialità enogastronomiche della zona. I boschi e le radure sono famosi per le uscite domenicali e vengono anche organizzate attività di navigazione fluviale combinate con visite ai musei e ai centri abitati presenti sul territorio.