IL PARCO FLUVIALE DEL TARO

“Sotto il segno della diversità”

Il parco tutela il tratto di fiume tra Fornovo e Pontetaro (PR) ed ha un’estensione di circa 2000 ha (oltre 3000 se si include l’area contigua). Da anni l’Ente sta operando per salvaguardare questo importante corridoio naturale, in cui convivono luoghi ad elevata naturalità, aree agricole e altre profondamente modificate dall’uomo.

Area protetta di grande importanza come rotta di migrazione e sito di nidificazione di diverse specie di uccelli, rappresenta un luogo ideale per il turismo verde. A pochi chilometri dal centro di Parma, è l’ambiente perfetto per escursioni facili, percorsi di cicloturismo e mountain bike, per il birdwatching e per la vicinanza con altri luoghi di interesse storico e paesaggistico: Il Museo Ettore Guatelli e il Parco Boschi di Carrega.

IL PARCO DEI BOSCHI DI CARREGA

“Le raffinate atmosfere dei boschi ducali”

Istituito nel 1982, è stato il primo Parco della regione Emilia Romagna.

Si estende sui terrazzi fluviali quaternari fra il fiume taro e il torrente Baganza ed ha un’estensione di circa 1270 ha (2600 ha considerando anche l’area contigua). Tutela un’area boscata collinare di grande interesse naturalistico, storico e culturale. L’elegante paesaggio mostra un’alternarsi di boschi, prati stabili e seminativi solcati da numerosi ruscelli e piccoli specchi d’acqua artificiali, creati a scopo paesaggistico ed irriguo tra la fine ‘800 e i primi del’ 900. Per gli amanti della storia e dell’arte il Parco custodisce anche alcuni preziosi gioielli architettonici, come il Casino de’ Boschi.

I Boschi di Carrega offrono in ogni stagione motivi di interesse ed il Parco è promotore di numerose attività culturali e di educazione ambientale per le scuole.

IL PARCO DEI CENTO LAGHI

“Un accogliente paesaggio e prodotti tipici in tutto il mondo”

La presenza, nel Parco, delle diverse fasce altimetriche (dai 400 ai 1650 m s.l.m.) garantisce una notevole varietà di ambienti e un elevato grado di biodiversità. Un ambiente ancora integro, dove da secoli la natura si sposa con il vivere dell’uomo, per dare vita ad eccellenze agroalimentari conosciute e apprezzate in tutto il mondo come il Parmigiano-Reggiano DOP e il Prosciutto di Parma DOP.

Un territorio dove si abita, si lavora… si vive!
Un’accogliente “terra di mezzo” tra le grandi città della Pianura Padana e l’isolato e selvaggio crinale Tosco-Emiliano.
Nato nel 1995 come Parco di Crinale dell’Alta Val Parma e Cedra, dopo l’istituzione (2001) e l’ampliamento (2010) del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, il Parco Regionale ha riconfigurato il proprio territorio e ha cambiato la propria “missione”.
Non più solo tutela degli splendidi ambienti sommitali, ricchi di natura e quasi completamente disabitati, ma piuttosto valorizzazione del paesaggio rurale di media montagna, ancora ben conservato e ricco di biodiversità, agricoltura, prodotti tipici, cultura e turismo.

IL PARCO DELLO STORIONE E DEL PIACENZIANO

“Un torrente tra pareti ricche di fossili”

Il Parco, nel suo attuale assetto, è nato alla fine del 2011, dall’unione tra il Parco Regionale Fluviale dello Stirone e la Riserva Naturale Geologica del Piacenziano.

L’Area Stirone si trova tra le province di Parma e Piacenza, nei comuni di Fidenza (PR), Salsomaggiore Terme (PR), Alseno (PC) e Vernasca (PC), e si sviluppa ai lati del torrente, con un’ampiezza media di circa 1 Km, dalla località La Villa, a monte, fino al ponte sulla via Emilia, a Fidenza.
L’Area Piacenziano si sviluppa tutta in territorio Piacentino e tutela le nove stazioni dell’Ex Riserva, fisicamente separate tra loro, distribuite in cinque diverse vallate, e ricadenti nei Comuni di Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda, Vernasca, Gropparello e Carpaneto Piacentino.

L’intero Parco riveste una straordinaria importanza dal punto di vista paleontologico, grazie alla notevole presenza di reperti fossiliferi dell’era Terziaria e Quaternaria, portati alla luce da processi erosivi, che lo hanno reso noto al mondo scientifico internazionale.

IL PARCO FLUVIALE DEL TREBBIA

“Acqua e biodiversità….ricchezze da scoprire e tutelare!”

Il Parco Regionale Fluviale del Trebbia tutela una trentina di chilometri del corso d’acqua omonimo, da Rivergaro sino alla confluenza nel Po, ai margini occidentali dell’area urbana di Piacenza, e comprende, a monte della confluenza, circa cinque chilometri della riva piacentina del Po. Il paesaggio è dominato dalle ampie zone di greto del Trebbia, di notevole importanza per l’avifauna migratoria, e dai terrazzi fluviali dove praterie e arbusteti si alternano a colture agricole tradizionali e a zone ancora soggette ad attività estrattive. All’interno del parco ricadono due Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale (SIC-ZPS) della Rete Natura 2000 (IT4010016 “Basso Trebbia”, IT4010018 “Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio”) e un geosito regionale (ID 2029 Croara).

LA RISERVA NATURALE ORIENTATA DELLA PARMA MORTA

La Riserva Naturale Parma Morta, istituita nel 1990, è una preziosa testimonianza delle antiche dinamiche fluviali della pianura padana. L’area protetta, situata interamente nel Comune di Sorbolo Mezzani tra le foci dei torrenti Parma ed Enza, si estende per 66 ha e tutela un tratto lungo quasi 5 km dell‘antico alveo fluviale nel quale, sino alla metà dell’Ottocento, scorrevano le acque del torrente Parma prima di confluire nell’Enza.

Nel 1870 la deviazione del Torrente Parma portò questo corso d’acqua ad immettersi direttamente in Po lasciando l’ultimo tratto del torrente escluso dal flusso diretto delle acque, dando così origine alla Parma
Morta.
Il ramo fluviale abbandonato è oggi una zona umida importante per accogliere piante e animali che non trovano piú spazio nell’ambiente circostante: anfibi, rettili, uccelli frequentano le acque stagnanti, coperte da lenticchia d’acqua; lungo le rive crescono carici e altre elofite, mentre intorno si osservano arbusti di frangola e limitati lembi di bosco planiziale con farnia, olmo e acero campestre.

LA RISERVA NATURALE MONTE PRINZEA

Nell’Appennino parmense ovest, ricco di gioielli di natura e storia culturale tra le Valli del Taro e del Ceno e Baganza, la Riserva Naturale Monte Prinzera custodisce in un territorio di limitata estensione dominato dal monte omonimo (736 m s.l.m.) un insieme di elementi naturali e ambientali di eccezionale interesse, le cui caratteristiche non hanno eguali negli altri Parchi e Riserve regionali.

Si tratta di un rilievo di ofiolite, roccia vulcanica che presenta un aspetto “lunare” e che favorisce la presenza di habitat unici per la ricchezza e specificità della flora spontanea. La Riserva si trova inoltre lungo il tracciato della Via Francigena, antico percorso del pellegrinaggio medievale, di cui le Pievi di Fornovo e Bardone sono suggestive testimonianze.

La gestione di questo patrimonio naturale è ora affidata ai Parchi del Ducato in convenzione con i Comuni di Fornovo e Terenzo, che contribuiscono alle spese complessive.
Altri obiettivi gestionali sono quelli di approfondire la ricerca scientifica, favorire l’informazione, la divulgazione, la didattica, l’educazione ambientale, il turismo sostenibile, a servizio del mondo scolastico e di ogni altro tipo di utenza.

LA RISERVA NATURALE TORRILE E TRECASALI

La Riserva Naturale, istituita dalla Regione Emilia – Romagna nel 2010, si estende per circa 109 ettari nei Comuni di Torrile e Trecasali, nella porzione nord-orientale della Provincia di Parma, e interessa una porzione dell’Oasi Lipu di Torrile (nata nel 1988 per favorire la sosta e la nidificazione del Cavaliere d’Italia, grazie al lavoro di alcuni attivisti della Sezione Lipu di Parma). Riserva e Oasi sono comprese all’interno di una più ampia zona di tutela, inserita nell’elenco dei SIC e ZPS della Rete Natura 2000.

In particolare, l’Area protetta tutela una zona umida localizzata alla sinistra del Torrente Parma, accanto alle vasche di decantazione dello zuccherificio Eridania e, a pochi chilometri di distanza, dai Fontanili siti in località Commenda, tra le ultime risorgive dell’alta pianura parmense.

Le principali finalità perseguite con l’istituzione della Riserva sono quelle di garantire la protezione e la conservazione degli ambienti rinaturalizzati come habitat per la nidificazione, lo svernamento e la migrazione dell’avifauna e di assicurare il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle specie e degli habitat di interesse comunitario, indicati come caratterizzanti il sito d’importanza comunitaria “SIC ZPS IT4020017 Area delle risorgive di Viarolo, Bacini zuccherificio Torrile, fascia golenale del Po”.

LA RISERVA NATURALE DEI GHIRARDI

La Riserva Naturale dei “Ghirardi”, istituita con atto del Consiglio Regionale nel dicembre 2010, interessa la porzione sud-occidentale della Provincia di Parma, suddivisa tra i comuni di Albareto e Borgo Val di Taro. Con un’altitudine compresa tra i 478 e i 693 m s.l.m., ha una superficie di circa 370 ettari ed è situata all’interno della più ampia, ed omonima, Oasi del WWF.

L’idea di sottoporre l’area a tutela risale agli anni 50, grazie all’operato della famiglia Marchini-Camia, in particolare del Senatore Francesco. Il progetto prosegue con la volontà dei figli e giunge fino ad oggi, tanto da preservare l’area dalle trasformazioni che hanno travolto il paesaggio tradizionale della montagna. Alla famiglia si deve la richiesta di istituzione dell’Oasi faunistica nel 1980 e l’accordo con il WWF Italia nel 1996 per l’inserimento nel sistema di aree protette dell’associazione.

Dal 2010 la Riserva è stata gestita dalla Provincia di Parma, con il coinvolgimento, tramite convenzione, del WWF; dal settembre 2013, la Regione, ha trasferito la competenza al neo costituito Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Occidentale, che ha mantenuto attiva la suddetta convenzione con il WWF.

All’interno delle Riserva è compresa buona parte del SIC IT4020026 – “Boschi dei Ghirardi”. Il complesso di Aree protette (Riserva, Oasi, SIC) racchiude un vasto campionario degli ambienti della media montagna appenninica: boschi cedui, alto fusto, campi, prati, cespuglieti, torrenti e piccoli acquitrini. Una diversità ecologica che permette una concentrazione di specie animali e vegetali superiore a quella delle zone circostanti, che rende la Riserva dei Ghirardi il luogo ideale in cui affiancare ricerca scientifica e didattica ambientale.