Il Museo Del Parmigiano Reggiano (Soragna) ” Il Casello Meli-Lupi
Il complesso denominato “Castellazzi” rappresenta una delle più preziose pertinenze del castello Meli-Lupi di Soragna: sito in adiacenza al muro di cinta Sud del parco del Castello, ha un accesso diretto con il maniero tramite una cancellata in ferro.
E’ un Complesso Di Origine Settecentesca con alcuni rimaneggiamenti più recenti; è composto dalla casa colonica che mantiene intatta una splendida stalla con volte a crociera ed il fienile antico, a lato il prezioso caseificio di forma circolare e a margine del complesso edifici minori quali rustici e ricoveri per attrezzi.
Il Caseificio Si Distingue Per La Sua Struttura Planimetrica Circolare, la cui dimensione, ragguardevole al confronto con altre similari, le armoniose proporzioni sia dell’interno che dell’esterno, gli elementi decorativi e di finitura, lo rendono un edificio di particolare pregio. La parte del caseificio è composta dalla zona cilindrica più antica e risalente al 1848; ai tempi della costruzione, l’edificio presentava un porticato basso dove oggi troviamo la murata piena con le finestrature. I successivi interventi hanno portato al sua ampliamento nella metà del nostro secolo (1963), con la costruzione ad Est dell’edificio per la camera del latte e nel piano seminterrato del locale salatoio.
L’antico caseificio è stato prescelto per divenire sede del Museo Del Parmigiano Reggiano per la particolare conformazione della struttura a pianta circolare con locale unico, dotato, nell’impianto espositivo, di tutti gli strumenti e gli attrezzi anticamente impiegati per la lavorazione del formaggio. Il Progetto ha comportato il rifacimento della struttura del tetto , del corpo centrale e della corona circolare attorno alla parte pilastrata secondo i criteri della locale tradizione, riutilizzando la struttura portante in travi di legno e recuperando lo stato di pianelle in cotto a vista; i muri interni sono stati intonacati e i pavimenti ripristinati in cotto. I locali dell’ex camera del latte, rialzati rispetto alla parte circolare, ospitano l’allestimento di un percorso espositivo dedicato alla storia del Parmigiano Reggiano e alle tipologie architettoniche dei “Caselli”. Accanto al caseificio, in edifici di costruzione più recente, trovano posto la Reception, lo spazio ristoro e il Museum Shop, dove è possibile acquistare il Parmigiano Reggiano, i Kit di Degustazione nonché pubblicazioni, poster, cartoline e oggetti da cucina a tema.
Il Museo Del Pomodoro e Della Pasta (Collecchio)
Presso la stupenda corte agricola di Giarola (Collecchio), posta sulla sponda destra del fiume Taro, in asse con quella Via Francigena che conduceva i pellegrini verso la Città eterna, a fianco del già esistente Museo Del Pomodoro, viene allestito il Museo della Pasta, nel contesto del più ampio circuito dei Musei Del Cibo Della Provincia Di Parma (Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna, del Vino a Sala Baganza, del Salame a Felino, del Prosciutto e dei Salumi a Langhirano) a completare un percorso di approffondimento dei più importanti prodotti alimentari del territorio.
La Pasta secca di semola di grano duro, di origine mediorientale, ha trovato in Italia la patria d’elezione, sviluppandosi nei secoli in diverse aree del Paese: in Sicilia, in Liguria, a Napoli, a Bologna. Nell’ottocento inizia a Parma l’attività di Barilla, oggi leader mondiale del settore, che ha contribuito in maniera determinante alla nascita del museo dedicato in sei sezioni, alla conoscenza storica, tecnologica e culturale della pasta.
Il Museo Del Vino (Sala Baganza)
Al centro di una zona vocata da secoli alla produzione vitivinicola, nelle suggestive cantine della Rocca Di Sala Baganza, viene allestita la “Cantina Dei Musei Del Cibo”, un percorso espositivo e sensoriale, inserito nel più ampio circuito dei Musei Del Cibo della Provincia di Parma, interamente dedicato al vino di Parma, alla sua storia e alla sua cultura. Presente già in epoca preistorica e assai sviluppata in epoca romana, la viticultura ha lasciato importanti testimonianze culturali nel territorio parmense. L’allestimento museale lo testimonia attraverso sei differenti sezioni. La prima sala, allestita in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale, è dedicata alla archeologia del vino nel parmense, con oggetti e immagini provenienti dagli scavi del territorio, che testimoniano come sia nato proprio in questa zona, introdotto dalle popolazioni celtiche, il modo “moderno” di bere il vino, schietto e in bicchieri, abbondando l’uso greco e latino di vini annacquati e speziati.
La seconda sala approfondisce gli aspetti legati alle caratteristiche della pianta della vite e alla viticultura, ripercorrendo le tracce di questa coltivazione nel parmense, presentando anche attrezzi e oggetti d’uso del secolo scorso e un filmato sulla tecnica della vite “maritata” agli alberi in filari, tipica della zona. La terza sala racconta, attraverso attrezzi e oggetti antichi la Vendemmia e la produzione del vino, mentre immagini e documenti narrano le storie del vino del territorio: dalle Arti Medievali alle Tecniche Francesi introdotte dai Borbone, all’amore di Garibaldi per la Malvasia, alla passione per la viticultura di Giuseppe Verdi.
La discesa nella affascinante ghiacciaia rinascimentale si trasforma in una esperienza avvolgente: immagine a 360° raccontano, nel cuore del museo, il ruolo della vite e del vino nel rito, nella storia e nell’arte, immersi in una cultura millenaria ricca di tradizioni. Dopo aver percorso un pergolato di vite, si approda alla sala delle botti. Qui si scopre la storia dei contenitori per il vino e dei mestieri ad essi correlati: il vetraio e il bottaio. Ma vi è anche spazio per approfondire l’affascinante storia del tappo di sughero e del cavatappi, quella poca nota dell’etichetta e per conoscere le “parole chiave” legate al vino.
La sesta sala presenta i frutti della viticultura parmense: i pionieri del settore, le varietà coltivate, i vini prodotti, perfetti per essere abbinati al formaggio e ai salumi d’eccellenza del territorio, le cantine da visitare nella zona, ruolo del Consorzio dei Vini dei Colli di Parma a salvaguardia della qualità di un prodotto in continua crescita. Il percorso si conclude, doverosamente, con la degustazione nell’enoteca nei sotterranei della Rocca.
Il Museo Del Salame di Felino
Il Museo del Salame di Felino è testimone del rapporto privilegiato instaurato nel tempo tra il prodotto unico che conosciamo e il suo territorio d’origine. Felino rende così omaggio al suo “figlio” più amato, la cui stori è finalmente a degna dimora nei magnifici locali settecenteschi delle cantine del castello di Felino.
Il Museo rappresenta un’occasione per far conoscere ed apprezzare non semplicemente l’essenza di quello che è stato definito il principe dei salumi, ma il territorio e la comunità di cui è espressione, a partire dalla qualità delle materie prime fino alla sapienza delle mani che continuano a lavorarlo.
Lo sforzo sostenuto per realizzare il progetto del Museo corrisponde pienamente alla volontà di offrire una nuova tappa tra le più notevoli lungo la strada del prosciutto e dei vini dei colli all’attenzione di esperti, curiosi e turisti.
Il Museo Del Prosciutto di Parma (Langhirano)
Il Museo del Prosciutto di Parma e dei salumi parmigiani, ha la sua sede a Langhirano, patria d’elezione del Prosciutto di Parma, nella vasta struttura dell’Ex Foro Boario.
L’area oggi occupata dal Foro Boario, situata fra il centro storico di Langhirano e il torrente Parma, è il risultato di un intervento urbanistico dei primi decenni del Novecento, finalizzato alla regimentazione dell’alveo del torrente Parma e alla costruzione del muro di difesa dell’abitato. Venne cosi a liberarsi una vasta area tangente al torrente, destinata ad essere bonificata e urbanizzata con la costruzione di diversi edifici e servizi pubblici. Risalgono a questa epoca le importanti realizzazioni del Macello, del Foro Boario e degli edifici attigui, del campo sportivo con le annesse tribune e del ponte che unisce Langhirano con il comune di Lesignano.
Il progetto del Foro Boario venne, tuttavia, realizzato solo parzialmente: era infatti prevista, in origine, la costruzione di una grande corte chiusa su quattro lati da due edifici a “C”, caratterizzati interamente da un lato porticato perimetrale e terminanti con due costruzioni civili a doppio livello, dall’aspetto di torrette, prospettanti il largo cancello d’ingresso. Ma per ragioni economiche solo metà della costruzione venne effettivamente portata a termine, assieme al vasto piazzale rivolto verso il Macello e destinato ad accogliere il mercato all’aperto del bestiame.
La scelta dell’ex Foro Boario di Langhirano come sede del Museo del Prosciutto di Parma e dei salumi parmigiani, posta com’è in una zona facilmente accessibile, prossima al centro e ai principali prosciuttifici storici, ha consentito il recupero funzionale di una struttura legata alla vita economica di questa terra e, nel contempo, la sua trasformazione in uno strumento di lettura e comprensione dell’attività alimentare odierna.
Il Museo Del Culatello di Zibello
Il complesso dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine si staglia in uno scorcio di Bassa dominata dal suono del Grande Fiume, là dove la nebbia è un ingrediente essenziale del gusto. Il percorso museale presenta, uno dopo l’altro, i protagonisti della vicenda del Culatello. Il primo è il territorio: l’ambiente, i pioppeti, il Po sono protagonisti di una narrazione che conduce fino alla sala incentrata sulla figura del maiale, addomesticato dall’uomo in tempi remoti, con approfondimenti sul maiale nero tipico del Parmense e sul suo recupero, sul simbolismo e sull’immagine di una creatura talmente legata all’uomo da essere scelto per evocarne i vizi e le virtù.
Uno spazio del museo propone anche un approfondimento sulla figura di Sant’Antonio Abate, eremita del deserto, sempre rappresentato in compagnia di un maialino. La sala successiva è dedicata alla storia della famiglia Spigaroli, in principio mezzadri di Giuseppe Verdi, capaci di spostarsi sulle rive del Po per poi reinventarsi ristoratori: è in questa sezione che si comincia a parlare dei Masalén, dei norcini che tramandavano l’arte della corretta macellazione del maiale.
Una collezione di oggetti legati all’attività accompagna il ritorno all’esterno, prima dell’immersione in un grande spazio sotterraneo che ci introdurre nel mondo segreto del Culatello. Nella sala si snodano temi come le caratteristiche della carne di maiale, del sale, del pepe e dei principali salumi della Bassa Parmense.
Si passa quindi alla storia del Culatello, all’iconografia e alle citazioni di personaggi famosi, da Giuseppe Verdi a Gabriele D’Annunzio a Giovannino Guareschi e tanti altri, con un racconto puntuale delle fasi che dalla coscia del maiale portano a un prodotto caratterizzato anche da un preciso rituale di degustazione. Il percorso permette di osservare anche l’affascinante galleria dei culatelli, che stagionano nell’umidità e nella penombra, museo di sé stessa, prima di risalire fino alla sala dell’Hostaria del Maiale e del Culatello, dove la degustazione chiude il percorso dedicato al Re dei Salumi.