Antica Corte Pallavicina

Località: Comune di Polesine Parmense, 38 km da Parma (PR)

Descrizione

Un Castello sul Po da ammirare fin dall’argine maestro del fiume più lungo d’Italia: è l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, in provincia di Parma, costruita agli inizi del 1400 su un fortilizio preesistente, dai marchesi Pallavicino di Polesine.

Questo è il regno dove lo chef stellato Massimo Spigaroli, con il fratello Luciano Spigaroli e la nipote Benedetta, vi invitano a corte, offrendo prelibatezze gastrofluviali davvero sopraffini.

Scoprirete nel maniero anche un ristorante Stella Michelin dove mangiare da favola.

Mentre animali di razze antiche, come il maiale “Nero di Parma”, oche, pavoni animano l’aia, voi potrete fare sia la visita all’azienda agricola con orto-giardino che al Castello. Ai piani nobili dell’Antica Corte Pallavicina ammirerete arredi d’epoca, oggetti d’arte, suppellettili uniche che custodiscono storie di famiglia da raccontare. Nelle cantine stagionano i preziosi culatelli, i vini ed il Parmigiano-Reggiano.

Una sosta all’Antica Corte Pallavicina è un invito alla tranquillità e al rispetto dei ritmi lenti della natura: si può infatti anche dormire in Castello con vista Po e golena. Le grandi finestre delle camere offrono scorci ameni sui pascoli e sul Grande Fiume. I camini bruciano legna di pioppo e le stanze calde e confortevoli sono pronte ad accogliere ospiti graditi. Sono possibili in Castello matrimoni, congressi, meeting.

Potrete fare corsi di cucina o visite in fattoria tra vigneti, orti e frutteti.

La Storia

Gli interni dell’Antica Corte Pallavicina, oggi tornati all’antico splendore, subirono un accurato restauro sostanziale durante la metà del Cinquecento, quando i soffitti a cassettoni furono sostituiti con magnifiche volte ad ombrello.

Dopo il 1780, l’Antica Corte Pallavicina fu trasformata in caserma, dove si stabilirono
i “Dragoni” confinari per cercare di contrastare il fiorente contrabbando sviluppatosi tra le due sponde del Po.

Dopo il 1860 la Corte venne suddivisa in piccole abitazioni ed utilizzata da contadini, pescatori, carrettieri e artigiani.

Nessuno ci aveva più creduto e il Po, spostandosi, era arrivato a pochi metri. Se ne era impadronito: la Corte era rimasta dentro al fiume, che la inondava periodicamente.

Castello di Compiano

Località: Comune di Compiano, 80 km da Parma (PR)

Descrizione

Dal fondovalle dell’Alta Val Taro lo sguardo si alza verso un colle: ecco Compiano, con il borgo antico parte del Club dei borghi più belli d’Italia, e appena più in alto il castello. Salirete sul crinale che domina il fiume Taro e vi lascerà senza fiato il maestoso Castello di Compiano, fondato sulla via che collegava l’Emilia, la Toscana e la Liguria.

Un maniero possente, con 3 torri circolari alla piacentina e una quadrata, più antica, che ospitava le prigioni. L’arrivo è emozionante: gli archi di ingresso, il giardino e le mura, le statue, il rivellino per ammirare il panorama dell’Appennino.
La visita guidata comprende le sale arredate della Marchesa Gambarotta: la biblioteca, la cappella del Collegio, studio, camera da letto, fino ai saloni affascinanti dedicati all’Oriente e alla Musica. Un castello semplice e forte all’esterno, che all’interno rivela invece delle stanze eleganti e ricche di opere d’arte.

Visitare il Castello è come seguire le tracce delle nobili dinastie Landi, Grimaldi, Farnese. Pizzi e ventagli veneziani, tappeti spagnoli e francesi, manifatture Richard, statuette in bisquit, candelieri Limoges e armature fanno rivivere il tempo che fu.
Il percorso arriva quindi al Museo Internazionale Massonico: unico in Italia, con una ricca collezione di oggetti della Massoneria Anglosassone degli ultimi 300 anni, paramenti, oggetti di valore, e anche la ricostruzione di un tempio massonico. Dal 1997 è stato riscoperto il legame fra il Principato di Monaco ed il Castello di Compiano.

Una parte del castello è oggi adibita a relais e centro convegni per un soggiorno raffinato, ricco di stimoli culturali.

La Storia

Una torre di controllo era già presente prima dell’anno Mille. La rocca è proprietà dei Malaspina che nel 1141 la cedono al Comune di Piacenza. Un secolo più tardi il potere su Valtaro e Valceno, quindi anche su Compiano, passa a Ubertino Landi. Ha inizio un dominio che durerà più di 400 anni (1257 – 1682). La famiglia Landi in questi secoli crea un vero e proprio Stato: infatti nel 1551 Agostino Landi è insignito del titolo di Principe sovrano del Sacro Romano Impero. È lo stesso titolo che un’altra famiglia oggi più celebre – i Grimaldi, Principi di Monaco – ricevono proprio dai Landi, grazie al matrimonio (1595) tra Maria Landi ed Ercole I Grimaldi.

Nei secoli successivi il Castello è una fortezza militare, quindi una prigione del Ducato, dove Maria Luigia manda al confino gli oppositori politici.
Il monumentale portale a bugnato, dedicato alle nozze di Agostino Landi con la cugina Giulia, celebra l’ingresso al maniero ed invita gli ospiti ad un piacevole viaggio alla

scoperta degli stili di vita di marchesi, conti e principi. Molti secoli più tardi, nel 1966 abbiamo l’ultima signora del castello: lo acquista infatti la marchesa Lina Raimondi Gambarotta. La nobildonna lo converte in residenza privata: recupera le stanze e vi raccoglie la sua collezione di opere d’arte. Alla morte (1987) dona il castello al Comune di Compiano: le sale vengono aperte al pubblico divenendo l’attuale Museo.

Castello di Montechiarugolo

Località: Comune di Montechiarugolo, 16 km da Parma (PR)

Descrizione

Innamorati o cuori infranti, potranno qui affidarsi all’anima luminosa della bellissima Fata Bema, che visse nel Castello di Montechiarugolo, in provincia di Parma, corte insigne di umanisti ed artisti.
Si entra del maniero merlato dal ponte levatoio. La Rocca inespugnabile per l’alta cinta muraria – difesa da caditoie, feritoie, beccatelli – diventa all’interno elegante dimora rinascimentale. Passeggiando nelle antiche stanze del Castello di Montechiarugolo, oltre gli splendidi giardini abbelliti dalle statue settecentesche provenienti dal giardino ducale di Colorno, si ammirano saloni, arazzi, arredi d’epoca, affreschi e putti spargifiori. Spicca l’Annunciazione attribuita alla scuola del Pisanello.

Leggenda narra che ogni 19 maggio il fantasma della Fata Bema verso la mezzanotte appaia sulle mura del Castello, verso Parma, attendendo il ritorno dell’amato Pio Torelli. Una presenza amica che vi porterà fortuna!
Il quattrocentesco maniero di Montechiarugolo si apre per ospitare congressi, esposizioni e ricevimenti nuziali. Il Castello di Montechiarugolo fu costruito da Guido Torelli nel secolo XV sui resti di un preesistente insediamento.
Il Castello svetta a strapiombo sul torrente Enza, importante esempio di architettura fortificata e dimora signorile insieme.

La Storia

Il Castello di Montechiarugolo nel corso del Cinquecento, con Pomponio Torelli, insigne umanista e letterato, acquista nuovo splendore, meta di una eletta cerchia di artisti ed ospiti illustri, tra i quali il papa Paolo III e il re di Francia Francesco I.

Castello di Roccabianca

Località: Comune di Roccabianca, 29 km da Parma (PR)

Descrizione

Il Castello di Roccabianca fu costruito attorno alla metà del Quattrocento
per l’amata Bianca Pellegrini dal Magnifico Pier Maria Rossi da cui il nome Roccabianca, in provincia di Parma. E’ il Castello degli innamorati e degli amanti. E’ il Castello di liquori, acquaviti, aceto balsamico con il Museo della Distilleria nelle antiche cantine e le stanze di stagionatura dei Culatelli.
Durante la visita scoprirete la lunga vicenda amorosa di Pier Maria con la bellissima milanese Bianca, parallela alle nozze ufficiali con Antonia Torelli. A parlare dell’amante è l’intero maniero fin dallo stemma parlante proprio a Bianca dedicato: una torre su cui poggia un falco pellegrino, ai lati ha due bastoni da viandante con piccole borse appese. Fedeltà, amore, spirito di dedizione, pazienza sono virtù cantate nei cicli affrescati. Recenti restauri hanno messo in evidenza pregevoli decori a fresco, stemmi araldici nel porticato antistante la famosa Camera di Griselda con la ricostruzione moderna del ciclo pittorico ispirato alla centesima novella del Boccaccio.
Salite infine sul mastio: da qui nelle giornate più limpide si riesce a vedere il Torrazzo di Cremona di 112,10 metri, il più alto campanile in muratura del mondo.

La Storia

Il Castello realizzato da Pier Maria Rossi per l’amata Bianca Pellegrini alla metà del XV secolo, passò subito dopo ai Pallavicino e, più tardi, ai Rangoni.
Nel 1831 il Castello di Roccabianca viene avocato da Maria Luigia d’Austria alla Camera Ducale.

Sovrastano la struttura del Castello, possente e quadrata, il mastio e due torri angolari. Gli interventi di restauro condotti nelle sale dei Feudi, dei Paesaggi, dei Quattro Elementi e nella sala Rangoni, hanno messo in evidenza un notevole apparato di decorazioni.

Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino

Località: Scipione Castello, Comune di Salsomaggiore Terme, 43 km da Parma (PR)

Descrizione

Alla scoperta del castello millenario sulle colline del sale. Il Castello di Scipione circondato dal piccolo e suggestivo borgo medievale è uno dei più antichi manieri dell’Emilia-Romagna: fu costruito nel XI secolo dai Marchesi Pallavicino, strategico nel Medioevo quando vigilava sulle saline del territorio di Salsomaggiore, merlato alla ghibellina e protetto dall’aquila bicipite.

Il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino, discendenti della stirpe Obertenga, conserva ancora oggi meravigliosi arredi d’epoca del Seicento, soffitti a cassettoni, affreschi e decorazioni originali, oltre ad un elegante loggiato seicentesco con vista mozzafiato sulle colline circostanti.

Il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino vi offre un viaggio nella storia, portandovi ai tempi di Uberto “Il Grande” e di Rolando “Il Magnifico”, quando il maniero fu tra le roccaforti dello Stato Pallavicino, feudo immediato del Sacro Romano Impero.
Una curiosità? Scoprirete nel Salotto del Diavolo, all’interno del castello, una piccola porta segreta che si apre su una scala a chiocciola, antica via di fuga.

Oggi, circondato dal giardino e dal bosco, è dimora nobiliare dei discendenti della famiglia, ed ospita suites di charme per il pernottamento tra le sue millenarie mura.

Il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino offre al suo interno 2 eleganti suites de charme con vista panoramica.

La Storia

l Castello di Scipione, uno dei più antichi della regione, fu costruito nel XI secolo
dai Marchesi Pallavicino, una delle pochissime casate in Europa ad avere più di mille anni di storia documentata.
Ancora abitato dai diretti discendenti della stessa famiglia, il Castello si innalza sulle colline di grande valore paesaggistico che dominano il Parco Fluviale Regionale dello Stirone, a pochi minuti da Salsomaggiore Terme, in un suggestivo borgo medievale.

Il Castello di Scipione nacque come struttura militare all’interno di un sistema difensivo più ampio, a difesa dello Stato Pallavicino, feudo immediato del Sacro Romano Impero ed ebbe, nel Medioevo, una grande importanza anche per la sua posizione strategica a difesa dei numerosi pozzi per l’estrazione del sale, di cui i Marchesi Pallavicino erano i maggiori produttori e i più potenti arbitri del mercato.

Percorrendo le sale arredate del Castello si possono ammirare numerose testimonianze del Seicento, dagli affreschi ai soffitti lignei a cassettoni e, al di fuori, l’elegante loggiato che si affaccia sul paesaggio collinare circostante, ma anche delicate decorazioni quattrocentesche che narrano le vicende araldiche e familiari dei Pallavicino.

Castello di Tabiano

Località: Tabiano Castello – Salsomaggiore Terme (PR)

Descrizione

Il Castello e il Borgo di Tabiano sono situati in posizione dominante sulle prime colline che sovrastano la Pianura Padana, con un panorama unico che spazia dall’Appennino fino alla catena alpina. Si trovano a pochi minuti dalle celebri Terme di Salsomaggiore e di Tabiano.

Il Castello è uno dei più importanti monumenti di difesa dell’epoca feudale nell’Alta Emilia. Sorto all’inizio dell’XI secolo su di un antico insediamento romano, fu uno dei fondamentali presidi dei Marchesi Pallavicino per il controllo della Via Francigena e dei pozzi di sale della zona.

Le vicine miniere di sale di Salsomaggiore hanno da sempre avuto un ruolo centrale nell’economia dell’area. Celti ed Etruschi utilizzavano il sale estratto per conservare la carne di maiale selvatico e il latte. Da questa antichissima tradizione, ripresa dai Romani che allevavano maiali nella pianura per fornire carne salata alle legioni, sono nate alcune delle DOP locali più prestigiose: il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello o il Salame di Felino.

Dopo secoli di contese fra grandi famiglie nobiliari per entrarne in possesso, nell’800 il Castello è stato trasformato in abitazione privata e centro di un’azienda agricola che fino agli 90 ha prodotto e stagionato Parmigiano Reggiano nel Borgo e nel Castello.

Lungo le pendici di roccia su cui è stata realizzata la fortezza vi è il Borgo di Tabiano Castello, parte integrate del sistema di difesa del Castello. Sono ancora integre importanti resti di fortificazione, tra cui le due torri circolari a sud e a nord (XII secolo), buona parte della cinta muraria in sassi e, la torre di guardia (XIII secolo) con il ponte levatoio che costituiva l’unico accesso al Castello fino al basso Medioevo.

Borgo e Castello sono stati per quasi un millennio il centro della vita e della produzione rurale. Per tutto il XX secolo il cuore pulsante dell’economia locale è stato il caseificio e la latteria, dove veniva raccolto e lavorato il latte delle cascine circostanti per diventare Parmigiano da stagionare nei magazzini del Castello.

Con la fine della produzione di Parmigiano, nel 2005 è iniziata una graduale opera di recupero del Borgo per trasformarlo in unRelais di Charmecon stanze, suite e appartamenti, sale riunioni, wellness e due ristoranti, uno dei quali situati nell’antico Caseificio. All’interno dell’Antico Borgo, il ristorante Il Caseificio offre cucina tipica locale a base di prodotti a km0 e di stagione per colazioni, pranzi e cene sulla splendida terrazza o nelle sale dell’antico Caseificio. E’ possibile acquistare prodotti tipici.

La Storia

Nella sua storia millenaria il Castello è stato al centro di guerre, assedi, distruzioni, congiure, tradimenti, ma anche di amori, poesia e leggende.
In queste mura hanno vissuto personaggi come Rolando il Magnifico, Solestella, figlia del conte di Bardi e madre di Isabella, rimasta celebre come ‘l’Angelo di Tabiano’, per la sua bontà, la sua bellezza e l’infelice amore per il cavaliere francese Riccardo d’Orange.

I primi quattro secoli di vita del Castello ricalcano nelle grandi linee le vicende medioevali: guerre tra Guelfi e Ghibellini, tra impero, papato e Comuni, assedi, distruzioni, conquiste, tradimenti, ma anche amori, congiure fra parenti e tradimenti fra leggende e realtà.

Le cronache ci tramandano il ricordo di Pelavicino Pallavicino, il primo trovatore di quei tempi nel Nord Italia, di Oberto il Grande Pallavicino, principale alleato dell’Imperatore Federico II nell’assedio di Parma, ma anche di Tancredi Pallavicino, ucciso dal fratello Delfino in un luogo che ancor oggi si chiama ‘Porta Rossa’ per il colore del sangue versato.

Lo stesso Delfino, nel 1148 sconfigge il padre Oberto e i piacentini in un vicino colle che ancora oggi si chiama ‘La Battaglia’. Dopo ben due anni di assedio, nel 1150 Delfino viene sconfitto ed il Castello di Tabiano è messo a ferro e fuoco. La ricostruzione avvenne in tempi brevissimi grazie all’intervento dell’Imperatore Federico I detto il Barbarossa.

Nella sua lunga storia la roccaforte di Tabiano passa più volte di mano: i Canonici di Parma nel 1180, poi la nobile famiglia dei Cornazzano; nel 1249 l’imperatore Federico II lo restituisce a Uberto il Grande Pallavicino che lo perde poco dopo ad opera dei guelfi di Parma.

Segue oltre un secolo di mistero, con solo qualche vaga notizia di un assedio nel 1326. Tabiano riemerge in tutta la sua grandezza nel 1359 come possedimento dei Marchesi Pallavicino che dovranno difenderlo dai numerosi assalti di Ottobono Terzi e di Bernabò e Gianmaria Visconti; quest’ultimo affida l’impresa al famoso condottiero Nicolò Piccinino che lo conquista nel 1442.

Nicolò Pallavicino riconquistò il Castello a sorpresa, ma Bernabò Visconti, tornato in forze, lo mise a ferro e fuoco e Nìcolò si salvò a stento attraverso antichi passaggi. Nel 1391 Gian Galeazzo Visconti, imprigionato lo zio Bernabò, restituì il castello agli antichi feudatari.

Nella prima metà del XV sec. la grande capacità politica e guerriera di Rolando, detto ‘Il Magnifico’ riporta Tabiano sotto il dominio dei Pallavicino. Alla sua morte tuttavia inizia una lenta decadenza della grande famiglia ghibellina, determinata sia dall’avvento dei Farnese, sia dal progressivo rafforzamento delle Signorie e dal cambiamento della strategia militare, che rende sempre meno importanti i castelli di difesa.

Nel 1457 il feudo viene assegnato al figlio Uberto e rimane per ben tre secoli nelle mani del Pallavicino detti di Tabiano. Con il passare degli anni il Castello perde anche il suo ruolo di residenza della famiglia Pallavicino che sposta progressivamente il baricentro a Parma.

Nel 1756 alla morte di Odoardo Pallavicino, il feudo viene incamerato dai Farnese. Ma i Pallavicino non escono del tutto di scena: la marchesa Ottavia, figlia di Giulio Lucrezio e moglie di Ferdinando Landi, rientra in possesso del castello e lo tramanda alla sua nuova famiglia.

Il castello di Tabiano risorge a nuova vita grazie all’intervento di Giacomo e Rosa Corazza, che nel 1882 lo rilevano da Sofia Landi, nipote di Ottavia. La giovane coppia, che vanta antiche origini del Canton Ticino, ripara le mura, ripristina i merli ghibellini e la torre, chiama i più celebri artisti e i migliori artigiani della zona per decorare gli stanzoni disadorni con meravigliosi stucchi ed affreschi.

Carlo, il più giovane dei figli diede un impulso decisivo alle attività agricole, in particolare alla produzione del parmigiano reggiano nel caseificio del Borgo di Tabiano.

Castello di Torrechiara

Località: Comune di Langhirano, a 18 km da Parma (PR)

Descrizione

Nel Castello di Torrechiara rivive una fiaba d’amore.

Regno della favola d’amore tra Pier Maria Rossi e l’amata Bianca Pellegrini: è il Castello di Torrechiara, in provincia di Parma. Tutto parla della loro passione in stile epico- cavalleresco: dalla Camera d’Oro, attribuita a Benedetto Bembo, alla stanza nuziale. La Rocca d’impianto quattrocentesco, turrita ed elegante, affascinò scrittori e registi: fu set del celebre film Ladyhawke. Il nome Torrechiara deriva da “torchio” nel cuore della valle dove si producono vini oggi ed olio nel medioevo. Pochi sanno che il Castello fu posto sotto la protezione della Madonna, per volere di Pier Maria Rossi devoto alla Vergine: iniziò infatti la sua costruzione nel mese di maggio del 1448. Oggi di proprietà dello

Stato è tra gli esempi più significativi dell’architettura castellare italiana. Da notare all’interno la ricchezza degli affreschi a ‘grottesche’ di Cesare Baglione.

Il Castello di Torrechiara è chiamato la fortezza dal cuore affrescato: sorge “altiera et felice“.

La Storia

Il Castello di Torrechiara fu costruito tra il 1448 e il 1460 dal Magnifico Pier Maria Rossi: la sua funzione difensiva è attestata da tre cerchia di mura e da quattro torri angolari, la destinazione residenziale provata dalla ricchezza degli affreschi a ‘grottesche’ di Cesare Baglione.

Straordinaria la “Camera d’Oro”, attribuita a Benedetto Bembo, per celebrare, ad un tempo, la delicata storia d’amore tra Pier Maria e Bianca Pellegrini e la potenza del casato attraverso la raffigurazione di tutti i castelli del feudo.

Castello di Varano De’ Melegari

Località: Varano de’ Melegari, a 31 Km da Parma (PR)

Descrizione

Il Castello Pallavicino di Varano De’ Melegari si erge su uno scoglio di pietra arenaria, in posizione strategica per il controllo della vallata del Ceno, e rappresenta un eccezionale esempio di architettura medievale a carattere difensivo: una fortezza progettata e realizzata con lo scopo di risultare inespugnabile.

Edificato agli albori dell’XI secolo dalla famiglia Pallavicino, il maniero deve il suo aspetto principalmente quattrocentesco agli interventi di ampliamento e rafforzamento effettuati per ordine di Galeazzo Visconti, ma si differenzia dagli altri castelli parmensi dell’epoca in particolar modo per il peculiare ed ingegnoso sistema difensivo dell’ingresso, dotato di tre massicce torri allineate sul medesimo versante ed il cancello inserito in posizione defilata alla base della torre centrale.

Oltre al giardino ed alla vasta corte a base quadrangolare, potrete visitare l’antico mastio, alla cui base si trova la famigerata Prigione del Bentivoglio, l’ala quattrocentesca con la sala delle armi, i camminamenti di ronda, le cucine, l’elegante scalone settecentesco, lo studio ed il magnifico Salone d’Onore affrescato. In particolari occasioni vengono inoltre aperti al pubblico i sotterranei della fortezza. Tutte le visite sono condotte da guide in abiti di foggia medievale: vi attende un coinvolgente ed affascinante viaggio nella storia!

Chi sospira nelle stanze del Castello Pallavicino? Leggenda narra che nel maniero aleggi ancora oggi la presenza di una giovane donna vestita di bianco. Sarebbe il fantasma della nobile Beatrice Pallavicino, madre di quattro figli, che morì in circostanze misteriose all’età di 21 anni, e che torna ad aggirarsi per quella che un tempo fu la sua casa in cerca di quella pace che non ebbe in vita.

La Storia

Le prime fonti che documentano l’esistenza del Castello fanno riferimento alla “Cronaca Pallavicino” del 1087, anno in cui Uberto, nipote di Adalberto, ereditò la struttura. La famiglia Pallavicino, una delle principali consorterie gentilizie presenti nei territori di Parma e Piacenza, mantenne infatti per diversi secoli il controllo delle principali vie di comunicazione tra la Toscana, l’Emilia e la Liguria, attraverso un’ampia rete di torri, castelli e fortezze. Nel corso dei secoli, la Roccaforte passò in mano a potenti famiglie, fra cui i Visconti ed i Farnese, Duchi di Parma e Piacenza. Nel 1828 subentrò la famiglia Grossardi, particolarmente nota per l’attività carbonara, ed all’inizio del 1900 vi si insediò la famiglia Levacher. A partire dal 2001, il castello è di proprietà del Comune di Varano De’ Melegari.

Fortezza di Bardi

Località: Comune di Bardi, a 60 km da Parma (PR)

Descrizione

E’ veramente spettacolare la Fortezza di Bardi in provincia di Parma – dove è stato registrato il primo caso al mondo di “Fantasma termico” – arroccata da più di mille anni sopra uno sperone di diaspro rosso, alla confluenza dei torrenti Ceno e Noveglia: qui vi troverete davanti uno dei massimi esempi di architettura militare in Italia. Ammirerete il paesaggio dell’ampia vallata dalle alte torri.

Percorrerete i camminamenti di ronda, attraverserete il cortile d’onore, la piazza d’armi, scenderete nel buio delle antiche prigioni e nelle sale di tortura.
Dal 2014 è visitabile il Bastione di Artiglieria fatto costruire da Manfredo Landi il ‘Magnifico’ nel XV secolo, finora mai aperto al pubblico: da oggi è accessibile grazie ai recenti restauri. Vi parleranno invece della vita quotidiana di un tempo lontano il pozzo, la ghiacciaia, i granai, il forno.

Sarà una full immersion nella vita del Medioevo in un antico Castello.

Il motivo in più per visitare il Castello di Bardi?

E’ teatro della storia d’amore dei due giovani amanti Soleste e Moroello. Lui, comandante delle truppe. Lei, figlia del castellano promessa dal padre ad un altro uomo. La loro vicenda è tutta da scoprire.

Le sale del Castello ospitano:

Dal 2017 la mostra permanente Novecento: Arte e mestieri dell’Est Europeo – Collezione Ferrarini-Nicoli.
Dal 2018
Il Castello di Bardi è la sede di rappresentanza nazionale del Centro di Coordinamento Maschere Italiane. Nelle sue sale saranno allestite mostre, regione per regione, come simbolo delle culture, delle tradizioni e delle identità del territorio italiano.

La Storia

La Fortezza di Bardi appartenne dalla metà del Duecento, e per oltre quattro secoli, ai Landi, principi rinascimentali che pure battevano moneta su licenza imperiale. Verso la fine del Cinquecento, la Fortezza, viene parzialmente trasformata in elitaria dimora patrizia. Tutti da ammirare sono i camminamenti di ronda, le torri, la piazza d’armi, il cortile d’onore porticato, il pozzo, la ghiacciaia, i granai, le prigioni e le sale di tortura. Gli ex quartieri dei soldati ospitano il Museo della “Civilta Valligiana”. All’interno della Fortezza di Bardi potrete ammirare il Salone dei Principi recentemente restaurato e il nuovo Museo della Fauna e del Bracconaggio.