1. IL COMPLESSO MONUMENTALE DELLA PILOTTA

La Pilotta, imponente palazzo simbolo del potere ducale dei Farnese è oggi un Complesso monumentale Unico. Il Teatro Farnese, La Galleria Nazionale di Parma , Il Museo Archeologico Nazionale e la Biblioteca Palatina, unita da una storia antica, con collezioni ricche di piccoli e grandi tesori, e poi separati nel tempo, ritrovano oggi la loro unità, dando vita ad un centro culturale e scientifico che si apre ad un nuovo dialogo coi cittadini.

La Galleria Nazionale Di Parma :

Istituita da Duchi di Parma, Don Filippo e Don Ferdinando di Borbone, venne arricchita dagli acquisti operati da Maria Luigia d’Austria , dando così origine ad una importante collezione di quadreria. Particolare rilevanza hanno la scuola emiliana del XV e XVI secolo (con opere di Correggio, Parmigianino , Alessandro Araldi) ; La Miniera italiana (con Bronzino, Domenichino, Tintoretto) ; La Pittura emiliana e fiamminga dal XV al XVII secolo (con Annibale e Lodovico Caracci, Schedoni , Lanfranco); La Pittura Emiliana dei secoli XVII-XVIII (con Guercino, Cignani , G.M. Crespi) ; La Pittura Napoletana del XVIII secolo; I Veneti del ‘700 (con Tiepolo , Pittoni, Canaletto, Bellotto) ; I Francesi del ‘700 ; I Parmensi del ‘700; La Pittura dell’800. Opere di particolare rilievo e pezzi forti della collezione sono: La Testa Fanciulla detta ” Scapigliata” attribuita a Leonardo da Vinci ; Il Ritratto di Erasmo da Rotterdam di Hans Holbein il Giovane ; La Madonna della scodella e La Madonna di San Girolamo di Correggio ; La bellissima Schiava Turca di Parmigianino; La Statua di Maria Luigia di Antonio Canova. Infine molti oggetti d’arte tutti da scoprire.

-Teatro Farnese:

Il Teatro Farnese, opera lignea di Giovanni Battista Aleotti, fu voluto da Ranuccio I Farnese nel 1618 per festeggiare la sosta a Parma di Cosimo II de’ Medici e venne collocato nel palazzo della Pilotta trasformando l’originaria Sala d’Armi. L’inaugurazione avvenne nel 1628 in occasione del matrimonio tra Margherita de’ Medici e il Duca Odoardo Farnese. Il teatro divenne un esempio per l’unicità di alcune delle sue soluzioni: dalla struttura ad impianto scenico mobile alle macchine per lo spostamento dall’alto di personaggi, ed ancora per l’ingegnoso sistema per l’allagamento della cavea in modo da poter inscenare naumachìe. Nel 1732, dopo l’ultima rappresentazione, il teatro si avviò verso un lento declino, fino ad arrivare alla quasi totale distruzione durante la seconda guerra mondiale. La ricostruzione operata negli anni ’50 avvenne secondo disegni originali: le parti lignee, un tempo completamente decorate, vennero lasciate al naturale per evidenziare le poche, originarie , recuperate.

-Museo Archeologico Nazionale

Il ducale Museo dell’Antichità, collocato all’interno del Palazzo della Pilotta, fu fondato a Parma nel 1760 da Don Filippo di Borbone ai fini della conservazione dei reperti degli scavi compiuti a Veleia (piccola città romana sull’ Appennino piacentino). Durante il dominio francese agli inizi del secolo XIX venne spogliato dei pezzi più prestigiosi, che saranno restituiti solo dopo il Congresso di Vienna. Sotto il governo di Maria Luigia si vedranno incrementare le collezioni con importanti acquisti. Dall’Unità D’Italia vi trova sede uno dei centri più fecondi di studi e ricerche nel campo della Paleontologia. Ad Oggi sono visibili la sala ceramiche e la sezione egizia.

2. LA PINACOTECA STUARD

La collezione Stuard rappresenta l’esito della geniale e generosa intuizione di Giuseppe Stuard (Parma, 1790-1834), amministratore della Congregazione di San Filippo Neri. Il Percorso espositivo, dal XIV e XV secolo fino al Novecento, comprende opere di varie culture artistiche e pittoriche, reperti archeologici, affreschi, incisioni , dipinti, sculture, medaglie, mobili e oggetti. Fa da schermo e fondale il piccolo chiostro binato centrale. La prima sala si apre sul Sacello di San Paolo, primo nucleo architettonico devozionale intorno al quale sorse il monastero di San Paolo, con splendida monofora e cupola emisferica. Segue il patrimonio archeologico pre-medioevale e medievale ottenuto a seguito degli importanti scavi archeologici eseguiti durante i lavori di restauro. Il Resto è un susseguirsi di grandi e piccoli dipinti a tema prevalentemente religioso. Seguono altri pregevoli dipinti di ambito senese e fiorentino e, infine, un disegno raffigurante un levriero riconosciuto al Parmigianino, divenuto oggi simbolo della Pinacoteca. Il percorso museale continua al piano superiore, all’interno dell’ex monastero, fatto erigere nel Mille dal vescovo Sigifredo II per le monache benedettine del San Paolo.

Un’importante novità consiste nel trasferimento in Pinacoteca di dipinti conservati nel palazzo del Municipio: si tratta di Cristo e la Cananea di Annibale Carracci, di Apelle che ritrae Campaspe alla presenza di Alessandro Magno di Mattia Preti, del Ritratto di Ranuccio II Farnese e del Ritratto di Isabella d’Este di Frans Denys, di un personaggio con cavalieri di Ilario Spolverini , del San Giovanni Evangelista di Giovanni Riccò , del Fior di loto e dell’ Esodo di Amedeo Bocchi.

Le prime sale del piano superiore si sono arricchite con dipinti di artisti ottocenteschi legati all’Accademia di Belle Arti di Parma, come Enrico Bandini e Giovan Battista Borghesi , capolavori dell’800 suddivisi per generi e realizzati da noti artisti locali quali Guido e Giulio carmignani, Alberto Pasini, Claudio Alessandri, Luigi Marchesi , Enrico sartori , Deogratias Lasagna, Carlo Rimondi , Daniele De Strobel , Giorgio Scherer, Enrico Barbieri , Cecrope Barilli; L’ultima sala ospita, infine, una ricca selezione di opere di Amedeo Bocchi

3.CASTELLO DEI BURATTINI: MUSEO GIORDANO FERRARI

Una delle più importanti raccolte italiane del teatro dei burattini, “Il Castello” è dedicato a Giordano Ferrari, burattinaio parmigiano, abile intagliatore ma anche appassionato ricercatore, che ebbe il merito dar vita alla collezione che il Comune di Parma , ente proprietario, offre al pubblico. Sede illustre, circa trecento metri quadrati situati all’interno dell’antico monastero di San Paolo, il Museo è stato pensato come un luogo vivace e attico. Con un patrimonio di 2842 pezzi tra marionette, burattini, pupi, pupazzi, 637 pezzi tra fondali e quinte, 438 copioni (per la maggior parte manoscritti), una biblioteca specialista sul teatro di figura e un archivio cartaceo consultabile dal pubblico (contenente manifesti, fotografie, lettere, ecc) Castello dei Burattini- Museo Giordano Ferrari, esponendo a rotazione periodica circa 500 pezzi delle proprie collezioni, offre ai visitatori un itinerario stimolante e divertente.

Il percorso espositivo inaugurato il 27 dicembre 2018 inizia con burattini che sono stati scolpiti o che hanno lavorato, in area prettamente emiliana: sono rappresentate le famose dinastie dei Preti e dei Campogalliani che hanno influenzato la formazione di tanti artisti vissuti nei due secoli passati, tra cui quelli della provincia parmense ai quali è dedicata una teca. Proseguendo si visionano pezzi appartenuti a burattini di provenienza centro- settentrionale del medesimo periodo, seguiti da altri che si avvicinano ai gironi nostri, fatti di stoffa o cartapesta, come i burattini costruiti e usati dal pittore romano Carlo Ludovico Bompiani che sono stati donati al museo dai suoi figli nell’ottobre del 2018. Nell’ultima sala è presente una sorta di monografia riguardante i Ferrari di Parma i quali , burattini da quattro generazioni, hanno creato una vera e propria cifra stilistica nella scultura dei pezzi. Nelle teche centrali sono esposte le marionette appartenute a grandi compagnie italiane dalla fine del XIX e della prima metà del XX secolo; uno spazio è riservato alle tre tradizioni principali (palermitana, catanese e napoletana) dell’Opera dei Pupi e un latro Al Gruppo 80 , che coi suoi pupazzi televisivi come Uan, ha appassionato generazioni di bambini negli ultimi due decenni del 1900.

4. MUSEO DELL’OPERA

Il museo, che ha sede alla Casa Della Musica- Palazzo Cusani, attraverso oggetti, manifesti, fotografie, video, musiche e strumenti informatici illustra quattro secoli di opera in musica a Parma.

Dedicato ad un pubblico assai vario, dallo studente e dal semplice appassionato allo specialista, il Museo si articola in quattro sale: Le prime due riservate all’evoluzione del teatro musicale a Parma ed ai suoi protagonisti, la terza e la quarta a Giuseppe Verdi, con particolare riferimento ai suoi rapporti con Parma e alla cultura Verdiana della città.

5. MUSEO COSTANTINIANO DELLA STECCATA

L’Ordine Cavalleresco nato con l’imperatore Costantino possiede la più bella basilica rinascimentale di Parma, il Santuario della Steccata, e custodisce un tesoro d’arte e di storia accumulato nei secoli.

Il museo dell’ordine Costantiniano costituisce un unicum nel vasto panorama dei musei cittadini per la ricchezza e la signorilità degli oggetti esposti: una ricca quadreria, tessuti e paramenti preziosi che risalgo al XVII secolo, suppellettili dei migliori argentieri dei secoli XVII e XVIII, documenti d’archivio dell’epoca farnesiana, blasonari minati, insegne dell’Ordine e cimeli della Casa di Borbone fra i quali la camicia indossata da Luigia XVI di Francia sul patibolo.